La scrivania caotica di Albert Einstein è entrata nella leggenda: libri, documenti, appunti e materiali di ogni tipo occupavano la sua postazione di lavoro. Tanto che il famoso fisico, a chi gli faceva notare il disordine, rispondeva così: «Se una scrivania in disordine è segno di una mente disordinata, di cosa sarà segno allora una scrivania vuota?» (Chapeau!)…
Il caos regnava anche sulle scrivanie di Steve Jobs e Mark Twain. Per Oscar Wilde una scrivania ordinata era «sintomo di una mente malata».
Il disordine sembra essere segno di intelligenza e creatività. Si tratta di un evergreen su cui, periodicamente, tornano ricerche più o meno «scientifiche». Non tutti, però, sono d’accordo. Agatha Christie, ad esempio, ne aveva una ordinatissima, mentre Charles Péguy nel 1800 scriveva: «L’ordine e l’ordine soltanto fa in definitiva la libertà. Il disordine fa la schiavitù».
Sei più Agatha o Albert?
Sei più Agatha o Albert? Ordine o disordine? Caos creativo o rigida programmazione di impegni e priorità? Gli psicologi americani sostengono che su una scrivania disordinata, i lavori più importanti e urgenti tendono a essere più vicini e a portata di mano, al contrario dei lavori secondari che normalmente sono sepolti sul fondo o sul lato opposto. Sappiamo poi che alcuni sulle loro scrivanie tengono oggetti che non hanno senso di stare lì, tipo creme solari, trucchi, mascherine impilate, soprammobili e gadget vari, e non siamo certo noi a voler limi
tare la vostra mente creativa... Però è anche vero che i mucchi di carta abbandonati e la confusione creata dalla presenza di troppi oggetti generano stress.
Il potere dell’ordine
Il dibattito è aperto. Quel che è certo, però, è che la scrivania dell’ufficio è il vostro biglietto da visita; lo stato in cui si trova quel piccolo spazio rivela molto di chi siete. Secondo una recente ricerca di Adecco, il 53 per cento dei dipendenti giudica i colleghi in base al disordine delle loro postazioni di lavoro. Oltre alla perdita di tempo, un desk disordinato finisce per trasmettere agli altri una cattiva immagine di sé. Chi ha una scrivania disordinata appare inefficiente sul lavoro. La questione, soprattutto in tempi di smart working, è determinante per il proprio equilibrio mentale. Ce lo sentiamo ripetere da quando siamo bambini: l’ordine nelle cose che facciamo riflette l’ordine mentale. Un po’ di disordine, dunque, va bene, ma a meno che non siate J.K. Rowling o Roald Dahl dovete sforzarvi di scoprire, o riscoprire, «il potere dell’ordine».
La vostra scrivania in un’app
La scrivania «custodisce», ovviamente, i documenti di lavoro: report, fatture, relazioni, faldoni. E poi appunti e post-it. Ma non solo. Il menù del takeaway giapponese per la pausa pranzo, il biglietto di auguri del collega di cui eravate innamorati, la mail con cui il capo vi comunicava l’insperata promozione. Riordinare la propria scrivania significa affrontare il demone dei ricordi. Un’attività tutt’altro che semplice e scontata. Sappiamo bene, infatti, che non appena abbassiamo la guardia, spuntano come funghi documenti che non dovrebbero stare lì. E decidere di mettere ordine, oltre a migliorare la performance lavorativa, può essere il primo passo verso la felicità. Dai lasciati aiutare! Scoprir quanto sia facile riordinare i documenti con Kipy, l’app semplice e sicura per la loro gestione digitale.
Troverai velocemente tutto ciò che ti serve per il tuo lavoro, ciò che devi avere sempre a portata di mano e ciò che devi archiviare e che dovrai utilizzare in futuro, senza il rischio di eliminare un documento o una mail che in seguito potrebbe rivelarsi utile! (Giammai!) Sappiamo che molte aziende hanno introdotto la rotazione delle scrivanie in ufficio… Pare che avere una postazione fissa infatti, per quanto gradevolmente disordinata, non agevoli la creatività. Metti quindi sotto al braccio i tuoi pupazzetti che avevi vicino allo schermo e falli emigrare per l’ufficio ma i documenti, per fortuna, li puoi archiviare sulla tua app preferita!